Il più delle volte la frenesia di oggi è dettata dalla brama
di Vittoria. Quanto mi piace questa parola. E quanto mi piace
scriverla. Mi piace ancora di più se penso a tutti coloro i
quali, invece non la sopportano. Quasi sempre perché non sono
in grado di assaggiarne il sapore. La vittoria, in
qualsiasi forma, a qualsiasi livello ed in qualsiasi campo, è
ciò che ci rende soddisfatti, ci tiene in piedi e ci fa
svegliare l'indomani determinati e pieni di voglia di vivere.
Purtroppo siamo
circondati da un gran numero di persone che, nate smidollate,
pigre o viziate, si nascondono dietro il buonismo per
convincersi e convincerci che l'importante è partecipare, che
il vincere l'animosità, la competizione sono valori che creano
stress inutili e che ci schiacciano. |
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Chi osa poco raccoglie poco, vero tanto quanto chi osa troppo
rischia di bruciarsi. Perdonatemi, preferisco avere le ustioni.
E bene mettere subito in chiaro che il concetto di Vittoria è
vecchio come il mondo. La storia ne è intrisa. Vittoria che non deve
significare, come qualcuno ama strumentalmente faci intendere, solo
ed ogni costo sopraffazione dei forti a danno dei deboli. Vincere
è anche mettere al mondo un figlio perché se ne sente l'intima
spinta; è resistere ad una tentazione per rispettare la parola data.
Vittoria è saper crescere professionalmente e raggiungere, con
sudore, la meta prefissata; è affrontare i problemi con coraggio,
cercando e trovando la soluzione migliore invece di soffermarsi a
pensare a come siamo stati sfortunati, perché è capitato proprio a
noi: che ingiustizia, che destino crudele, perché proprio adesso....
Vittoria è quel brivido lungo la schiena che avverte solo chi
crede e ottiene, chi costruisce, studia, si confronta e si arrabbia,
E' la soddisfazione di rialzarsi dopo al delusione d'amore quando
pensavi che fosse impossibile, o superare il tradimento di un amico.
Vince chi ha sbagliato a giudicare una persona e sa ammetterlo; chi
non si omologa, chi ha un'idea e la sa urlare. Chi sente il
desiderio di aiutare gli altri lontano dalle telecamere o dalle
associazioni.
La voglia di vittoria è di tutti quelli che serenamente vivono la
vita, ma al tempo stesso ne sono appassionati, con tempi di razione
veloci, come veloce è la frenesia di questo tempo. Quelli che
portano a termine le loro battaglie, nel lavoro nel privato, in
amore in amicizia. Vincere come metafora del fare, contro la
staticità.
Vincere come credo, per dimostrare che il coronamento di un sogno
dipende sempre da quanto siamo disposti a dare. Non esistono grandi
gioie senza grandi sforzi. E' un concetto impercettibile.. ma la
vita è un gioco di centimetri.
Aca Cimetta Comunicazione 25 luglio 2009 |